Buon compleanno REPUBBLICA ITALIANA!

Settantun anni portati “in modo poco dignitoso” anche a causa di noi colpevoli cittadini Italiani - quelli che ancora credono ai Valori Costituzionali - che di fatto abbiamo permesso di farla maltrattare dai vari “malfattori di turno”, che per i loro indicibili interessi, sperano di una involuzione diversa da quella conquistata con il sacrificio dei nostri padri il 25 aprile 1945, cioè diversamente «DĒMOKRATÍA»!

Fermate il mondo voglio scendere!

Qualora a comandare non sia più il “SOVRANO POPOLO ITALIANO”!{jcomments on}

 

Voglio scendere per non tornare ad indossare una divisa per difendermi da possibili rigurgiti autoritari, dopo averla VESTITA per parecchi anni a difesa dei Valori Costituzionali, in vigore dal 1º gennaio 1948.

In questi giorni dovremmo accendere il lume delle Nostre Coscienze nel valutare Dichiarazioni che sono contrarie ad ogni regola di civile convivenza, parlare del dito quando il saggio indica la luna è l’unico “esercizio mentale” di molte donne e uomini istigati dalla pancia, nell’assecondare ipotesi di involuzione fatte da “insignificanti personaggi” che sperano di guadagnarci da un eventuale “mutamento” del sentimento popolare.

Per portarci dove?

Parlare di “indipendentismo”; di “padroni a casa nostra”; di “prima i Lumbard” o “prima i Veneti” dentro una democrazia seppur giovane come la nostra, è come rinunciare allo stipendio dopo aver “faticato” onestamente, per contestare i legittimi diritti sanciti dall’Articolo 36 della Costituzione.

I cambi di idee solo la regola del gioco politico, se fatti per il miglioramento della comunità nazionale. Diverso, invece, è proporli con l’intenzione di confondere le poche idee della maggior parte della popolazione.

Contraddizioni italiche dure a morire. Credere, che sia possibile delegare all’uomo forte le nostre responsabilità, per ridare credibilità alla nostra “debole Italia”, sia la via giusta è tutto da dimostrare, conoscendo i propositori di questa “NON nuova teoria”.

In questi giorni di febbrili ricerche storiche, per preparare le celebrazioni del Centenario della conclusione del Primo Conflitto Mondiale, per il 2018; sono risaltate moltissime figure di uomini e di alcune coraggiose donne che per ridare l’unità d’Italia il 4 novembre del 1918, hanno sacrificato la propria vita per l’amor di patria. Dopo cent’anni viene lo sconforto nel vedere che i loro sacrifici non sono serviti al mantenimento delle virtù ne l’unità territoriale ne l’unità civica del popolo italico.

Ognuno per sé e Dio per tutti, è la nuova regola del gioco anti-democratico, instillata dai falsi profeti, abbiamo già visto, nel fatidico ventennio del novecento che sono stati in grado di scegliere la guerra, con la quale abbiamo perso tutto il territorio Istriano, di essere stati in grado di “mandare alla mattanza” incolpevoli e giovani combattenti in Africa, in Russia, sul fronte Greco-Albanese e di aver causato, per quasi due anni, una fratricida lotta di Liberazione interna.

Chi ci ha guadagnato?  NESSUNO!

Per quale ragione gli italiani si sono fatti intimidire, all’ora?

O contavano solo le mire di potere di piccoli ed insignificanti “uomini”, acclamati dai soliti “italioti” fautori della guerra a prescindere. Speravano di essere messi alla pari dei sudditi Inglesi senza avere le risorse economiche necessarie?

Secondo il mio modesto modo di vedere, perché non aspettiamo i fatidici cento anni per poter iniziare una revisione della portata storica del 2 giugno del 1945, prima di volerla gettare alle ortiche a prescindere?

Oggi vorremmo forse ripercorrere la strada della tragica teoria dell’uomo solo al comando (o del partito/movimento di turno pigliatutto). Per quale teoria ci dovremmo dimenticare o cancellare dai libri di storia ciò che è tragicamente già accaduto?

Di fatto siamo dei creduloni, incolti creduloni singolarmente incapaci di capire che le pseudo medicine non sono la nuova frontiera, per poi trovarci di fronte a commentare, impropriamente, l’irreparabile morte di un bimbo di sette anni, così abbiamo permesso a pochi di guadagnare molti denari, in barba alla salvaguardia della salute inviolabile di chi non ha potuto scegliere personalmente il proprio destino, ma soprattutto, di permettere gli interessi speculativi e personali di torbidi personaggi.

Sappiate che mi troverete un difensore della DEMOCRAZIA anche al costo del massimo sacrificio!

Spero di essere dalla parte della preponderanza della popolazione, qualora dovesse succedere la perdita della sovranità costituzionale, convinto che tanti “granelli” di sabbia, messi insieme, consentano di interporsi, come scudo, agli eventuali usurpatori.

Smentitemi se avete una prova scientifica contraria.

Credo e Vinco!

Cordignano (TV) 2 giugno 2017

Giovanni Monte-